Archivi categoria: “Siamo cresciuti leggendo”

Martina Monetti – 0432 Associazione culturale

martina monetti
In principio erano i Quindici: l’enciclopedia marroncina che tutti i nati negli anni ’70 hanno avuto in regalo. Giocavo, leggevo, annusavo soprattutto due volumi: le fiabe piene di illustrazioni dai colori sgargianti e il corpo umano con le pagine trasparenti che ricreavano vene, ossa, pelle… Poi è arrivata in casa una collana di fiabe popolari, molto brutta, ma i disegni di “Riccardin dal ciuffo” sono ormai parte del mio DNA. A otto anni ho scoperto il potere delle parole: potevo leggerle e scriverle, potevo creare mondi o immergermi in una bolla di avventure, scoperte, sensazioni. Quindi la bibloteca della circoscrizione ha aperto le sue porte: così ho divorato classici (Twain, Malot, Alcott, Dickens), meno classici (Ende, Salani e suoi Istrici), pubblicazioni del tempo: nella mia memoria ha un posto speciale “Kadisha la figlia del deserto” letto a nove anni e ancora sognato…
(fotografia di Violetta Baracetti)

Livio Vianello – lettore e operatore culturale

LivioVianelloSono cresciuto leggendo poco, almeno all’inizio. Ho cominciato a provare piacere nel leggere piuttosto tardi, da adolescente, però avevo una motivazione a leggere: volevo imitare mio padre che leggeva il quotidiano e certi grossi volumi della serie “pocket”. Come lui sfogliavo ogni giorno il quotidiano di cui mi piaceva il suono quando giravo le grandi pagine. Invece quando provavo a leggere dei libri non funzionava nulla, credo di essere incappato in una serie di libri scalibrati per la mia età. Tranne uno, che non era un libro, tecnicamente. All’interno del mio libro di lettura di quinta elementare c’erano due personaggi Bernardino e Fiammetta e ogni tot di pagine c’era una loro avventura. Una sera ho capito che se leggevo insieme tutte le loro avventure saltando quello che c’era in mezzo veniva fuori una storia, un libro. E ho cominciato…

Naturalmente quel libro di lettura è andato perso in uno dei tanti traslochi, ma qualche anno fa ho cercato in rete per vedere se riuscivo a trovare “le storie di Bernardino e Fiammetta”. Ho scoperto che le aveva scritte Lucia Tumiati (di cui ho letto da adulto dei libri per ragazzi); per un attimo poi ho creduto di averlo trovato in un sito di vendite on line, c’era un link… ho cliccato… ma l’avevano già venduto…

Simona Piemonte – Damatrà onlus

s.p
Sono cresciuta leggendo, da bambina andavo in biblioteca con mia madre almeno una volta alla settimana. Tre libri per volta: due per lei e uno per me.
Leggevo sempre da sola, in silenzio, di sera.
La prima volta che feci le ore piccole fu per terminare un libro che mi teneva con il fiato sospeso da alcuni giorni: Cujo, di S.King. Avevo otto anni, era una sera d’estate, gomiti puntati sul tavolo della cucina, mani a sorreggere la fronte, occhi che scorrevano una riga dopo l’altra. ‘Noi andiamo a dormire’ dissero i miei, ‘tu puoi rimanere alzata finché non hai finito’. Quando voltai l’ultima pagina mi sentii felice e smarrita. ‘E adesso?’ pensai.
Ancora oggi preferisco leggere quando tarda la sera e scende il silenzio.
Trovo che il più bel modo di isolarsi dal mondo sia immergersi in un buon libro.