Ero che leggevo…
Non sono riuscita a scegliere, non per indecisione, ma per ingordigia: due libri in prosa tra le mani e accanto la Poesia, ora, come allora, irrinunciabile.
Favole al telefono di Gianni Rodari è il primo libro che ricordo di aver letto in autonomia, dopo averlo prima ascoltato dalla voce della mia amatissima mamma maestra. Leggevo, sorridevo, iniziavo a pensare e immaginare, a ribaltare e sperare, crescevo e cambiavo.
Vacanze matte di Richard Powell è il romanzo che mi ha fatto sperimentare e comprendere come sia possibile trascorrere intere ore divertendosi, anche senza andare in cortile a correre e giocare con gli amici. Credo che gran parte del mio ottimismo e l’interesse per gli altri e per la vita venga da quelle storie surreali.
Bruno Tognolini è la Poesia che avrei voluto leggere quand’ero bambina, ma non c’era…
(fotografia di Lorenza Venica, scattata all’interno della mostra ‘Leggevo che ero’ esposta presso la biblioteca civica di Cervignano del Friuli – Ud)