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PUNTI-SPUNTI PER UNA BUONA LETTURA CRESCERE LEGGENDO a cura di Monica Aguzzi

L’interesse è il più grande EDUCATORE!!!
Se riuscite ad interessare con la vostra lettura, con il vostro raccontare, con la vostra credibilità… state già educando.
«Le storie sono la forma attraverso la quale usiamo la lingua per
creare e ricreare noi stessi – le nostre idee su chi siamo, da dove
veniamo, che cosa possiamo diventare. La lingua è il dio che ci
crea. Non sono le esperienze che viviamo a cambiarci e a formarci,
come comunemente si crede, ma le storie che noi raccontiamo di
quelle esperienze. Finché non abbiamo ri-dato forma alle nostre
vite in un racconto strutturato in narrazione, non possiamo trovare
e contemplare il significato delle esperienze che abbiamo vissuto.
Sono le storie a cambiarci, non gli eventi che viviamo».
[Aidan Chambers]

Ricordiamo che:
1) I libri sono pieni di cose straordinarie, ogni libro è una specie di luogo incantato.
2) Andare piano e immaginare ciò che stiamo leggendo o raccontando.
Diamo il tempo a chi ascolta di vedere tutti gli elementi della storia e di cercare il proprio elemento (ognuno ha un albero a cui ricorre, immagina la sua strega,un lupo, ecc.).
3) Lo sguardo deve spesso soffermarsi sui bambini o su chi vi sta ascoltando. Possiamo chiamarli con gli occhi, cercarli, tenerli attaccati alla storia, imboccandoli con le parole come fosse cibo che sfama la loro curiosità. Con lo sguardo creo una relazione, guardandoli do prova che ci sono, che sono con loro e questo mi permette di capire se l’attenzione è forte o sta calando… quindi agisco di conseguenza.
4)Importante andare piano e con molte pause, articolare bene tutte le parole e anche i singoli suoni. Usare dei suoni, dei cambi voce, delle pause tenute dallo sguardo. I personaggi devono distinguersi l’uno dall’altro, ma non devono essere troppo enfatici. Devo reggere il personaggio senza perderlo per strada (se decido di fare una voce particolare per distinguere il protagonista dagli altri, non posso dimenticarmi che è così fino alla fine della storia).
Basta un solo gesto, una pausa, cose piccole ma vere, per riportare di nuovo all’attenzione.
5) Leggere non è come recitare, non sei su di un palco e non sei tu il protagonista, protagonista è la storia con tutti i suoi elementi; i bambini devono entrare in relazione con i personaggi o con le vicende, attraverso te.
Scaldare il motore delle emozioni significa emozionarsi per primi, non aver paura se trema la voce, ma non essere esagerati o finti, non fare di tutto per piacere, le cose non naturali o poco spontanee vengono subito abbandonate dai bambini, loro percepiscono con tutti i sensi. Nelle relazioni umane ci vuole consapevolezza ed empatia, la lettura è relazione! Bisogna far “passare” la meraviglia e lo stupore a chi si mette in ascolto.
Un buon lettore è, di solito, anche un buon ascoltatore di storie, di libri, o di racconti.
Non cerchiamo di imitare nessuno, dobbiamo solo cercare di esaltare il sapore di ciò che siamo noi. Magari prendiamo spunto da chi ci ha particolarmente colpito, ma rendiamo nostro ogni passaggio, solo allora saremo credibili.
6) La lettura è più coinvolgente per i piccoli, se corta, immediata, anche in rima o musicata. Cerco di non spiegare le storie prima, non le anticipo o non chiedo alla fine se hanno capito (casomai lo fanno loro). Non abbasso il contenuto, non lo personalizzo cambiando il finale o riducendo delle parti perché penso siano troppo impegnative. Durante la storia si possono togliere alcun parole o frasi convenzionali, soprattutto nei dialoghi (… e allora disse, … rispose, … e lui disse, … lei allora le rispose … ecc.)
7) Ogni incontro va preparato (per la scelta di alcuni libri, mi faccio consigliare, o dalla bibliotecaria/o o partecipo ai numerosi corsi di aggiornamento per i lettori del Progetto Crescere Leggendo). Alcuni argomenti necessitano di condivisione e quindi la scelta va meditata prima.
8) Ci sono libri (IRRINUNCIABILI) adatti per ogni fascia di età, ma con i bimbi e con i ragazzi non darò mai nulla di scontato… potrebbero stupirci oltremisura (…per fortuna!).
9) Restare in ascolto, cogliere l’attimo, lasciarsi stupire, accettare i cambiamenti che avvengono e non irrigidirsi, far diventare l’imprevisto uno stimolo prezioso.
10) Anche i luoghi diventano essenziali. Se la lettura viene fatta in uno spazio conosciuto, dobbiamo trovare il modo di ricreare un ambiente nuovo, dedicato (in classe per esempio, sposto i banchi). Sarebbe importante creare l’atmosfera.
Se il luogo è sconosciuto lo andiamo a conoscere assieme (in biblioteca farò vedere dove si trova la sezione ragazzi e dove sono posizionati i libri d’avventura, piuttosto che quelli di paura, ecc.).
11) Fateli appassionare alla vostra passione. Sarebbe importante arrivare a far appassionare i bambini non tanto al libro che si sta leggendo, ma alla passione che ci si mette per leggerlo; se assaporano, vedono, sentono, tastano, annusano, quanto amore ci mettiamo per fare una cosa, percepiranno l’ingrediente più importante: l’atto d’amore.
Infine, è davvero bello sapere che…
LO STESSO LIBRO LETTO DA ALTRI, PARE COMUNQUE UN LIBRO SEMPRE NUOVO.
– Monica Aguzzi –

Monica Aguzzi
Nasce a Pavia nel 1967. Nel 1994 inizia l’attività teatrale. Partecipa a spettacoli, anche con importanti registi italiani. Nel 2000 la sua attività si sposta in ambito educativo. Coordina doposcuola e progetti di aggregazione e integrazione per giovani e adulti. Nel 2001 inizia come lettrice volontaria nel Progetto NPL. Dal 2009 collabora con scuole e biblioteche come lettrice professionista. Tiene corsi di formazione per lettori volontari. Nel 2012 attiva la sezione teatro-ragazzi presso la Scuola di Musica “Città Di Codroipo”. Partecipa a progetti di Teatro e Musica nelle scuole primarie.

La consapevolezza di poter “crescere leggendo” letteratura. A cura di Lucia Rosetti

Sapevo della dislessia di alcuni dei più grandi scienziati della nostra storia e in ambito letterario avevo letto della dislessia di Hans Cristian Andersen, ma sentir raccontare da Aidan Chambers – autore, editor, critico letterario, insegnante – della sua dislessia è stata tutta un’altra storia. Nel Palazzo della Regione il 20 gennaio 2014 eravamo in tanti, più di trecentocinquanta: bibliotecari, insegnanti, operatori culturali, lettori volontari, librai, tutti accorsi per ascoltare il suo intervento programmato nell’ambito della seconda giornata di formazione regionale organizzata dal progetto “Crescere leggendo”. Ha osservato in maniera molto simpatica e con chiari esempi che le difficoltà che incontrano tutti nella lettura e scrittura, e in particolare coloro che hanno questo disturbo, derivano anche dalla scarsa corrispondenza tra pronuncia e scrittura dei vari fonemi: se nella scuole avessero sempre insegnato a scrivere e a leggere come la mamma insegna a parlare al bambino, pronunciando intere parole e non singole lettere o sillabe, forse tutto sarebbe più facile. La sua non è stata un’ammissione carica di rivincita, ma serena, che ci ha subito confermato quanto sia importante la lettura per la scrittura e per la vita. Chambers prima di essere scrittore è stato un lettore, inizialmente timido e poi sempre più espansivo. Era un bambino definito “lento di comprendonio”, un grande ascoltatore di lettura ad alta voce. Grazie a incontri con persone straordinarie e libri particolari è cresciuto leggendo. “La poesia, la prima cosa, l’essenza. Che bello Shakespeare. Ogni volta che lo rileggo è come la prima volta, mi sembra di non averlo mai letto, perché non mi ricordo nulla. Ed è sempre bellissimo. Che bella la poesia!” E a noi che ascoltavamo conquistati e assentivamo è venuto in mente il nostro Calvino, ” D’un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.”
Chambers ha chiesto alla bravissima interprete di leggere dal suo libro “Siamo quello leggiamo”, edizioni Equilibri, i benefici dati dalla lettura di letteratura che permette di conoscere il mondo, noi e gli altri, di sviluppare l’immaginazione, di favorire la crescita e sperimentare problemi della vita senza subirne le conseguenze, ma verificandone gli esiti. Com’è vero! Quante vite si possono vivere leggendo, quante scoperte, viaggi, fughe, sofferenze, amori! Guidati dal suo discorso abbiamo riflettuto su come fare per avvicinare i giovani ai libri e soprattutto perché. Che valore ha la lettura di un libro? Chambers ci ha condotto per mano esaminando la scrittura di Anne Frank: ci permette di osservare noi stessi, di riflettere, di aver coscienza di sé attraverso l’altro che è l’autore dentro a un libro. Abbiamo pensato a quanto siano importanti il nostro ruolo di insegnanti e bibliotecari e la necessaria formazione, a quanto siano fondamentali la selezione, la capacità di proporre ai ragazzi libri con cui abbiano familiarità, libri che non conoscono, che non sappiamo se piaceranno loro, ma adatti allo stadio in cui i ragazzi sono in quel momento o che siano avanti rispetto ai punti di apprendimento dei ragazzi per sperimentare situazioni future o riflettere sull’altro e sull’altrove. Determinante anche è la lettura ad alta voce, che richiede tempo e spazio adeguati, motivazione e concentrazione. La lettura è un’attività sociale e ciò che è importante è anche ciò che si fa di ciò che è stato letto, la reazione alla lettura, le possibilità offerte alla discussione sul testo, ovvero qual è la risposta del lettore, l’effetto che fa la lettura sul lettore che desidera rileggere lo stesso libro, libri simili, e noi dobbiamo saper proporre altro, suggerire, consigliare, aiutare a scegliere, ascoltare, altrimenti la fiducia riposta verrà meno. Chambers ha dato maggior consapevolezza al nostro valore, ci ha fatto sentire elemento fondamentale del cerchio della lettura e,  quindi, della società, che rischia di spezzarsi senza l’intervento consapevole di genitori, insegnanti, bibliotecari, operatori culturali, lettori,  che insieme si devono adoperare tutti per “crescere leggendo” insieme ai ragazzi.
Grazie, Aidan.

Lucia Rosetti, biblioteca di Cervignano del Friuli – centro sistema SBBF