L’interesse è il più grande EDUCATORE!!!
Se riuscite ad interessare con la vostra lettura, con il vostro raccontare, con la vostra credibilità… state già educando.
«Le storie sono la forma attraverso la quale usiamo la lingua per
creare e ricreare noi stessi – le nostre idee su chi siamo, da dove
veniamo, che cosa possiamo diventare. La lingua è il dio che ci
crea. Non sono le esperienze che viviamo a cambiarci e a formarci,
come comunemente si crede, ma le storie che noi raccontiamo di
quelle esperienze. Finché non abbiamo ri-dato forma alle nostre
vite in un racconto strutturato in narrazione, non possiamo trovare
e contemplare il significato delle esperienze che abbiamo vissuto.
Sono le storie a cambiarci, non gli eventi che viviamo».
[Aidan Chambers]
Ricordiamo che:
1) I libri sono pieni di cose straordinarie, ogni libro è una specie di luogo incantato.
2) Andare piano e immaginare ciò che stiamo leggendo o raccontando.
Diamo il tempo a chi ascolta di vedere tutti gli elementi della storia e di cercare il proprio elemento (ognuno ha un albero a cui ricorre, immagina la sua strega,un lupo, ecc.).
3) Lo sguardo deve spesso soffermarsi sui bambini o su chi vi sta ascoltando. Possiamo chiamarli con gli occhi, cercarli, tenerli attaccati alla storia, imboccandoli con le parole come fosse cibo che sfama la loro curiosità. Con lo sguardo creo una relazione, guardandoli do prova che ci sono, che sono con loro e questo mi permette di capire se l’attenzione è forte o sta calando… quindi agisco di conseguenza.
4)Importante andare piano e con molte pause, articolare bene tutte le parole e anche i singoli suoni. Usare dei suoni, dei cambi voce, delle pause tenute dallo sguardo. I personaggi devono distinguersi l’uno dall’altro, ma non devono essere troppo enfatici. Devo reggere il personaggio senza perderlo per strada (se decido di fare una voce particolare per distinguere il protagonista dagli altri, non posso dimenticarmi che è così fino alla fine della storia).
Basta un solo gesto, una pausa, cose piccole ma vere, per riportare di nuovo all’attenzione.
5) Leggere non è come recitare, non sei su di un palco e non sei tu il protagonista, protagonista è la storia con tutti i suoi elementi; i bambini devono entrare in relazione con i personaggi o con le vicende, attraverso te.
Scaldare il motore delle emozioni significa emozionarsi per primi, non aver paura se trema la voce, ma non essere esagerati o finti, non fare di tutto per piacere, le cose non naturali o poco spontanee vengono subito abbandonate dai bambini, loro percepiscono con tutti i sensi. Nelle relazioni umane ci vuole consapevolezza ed empatia, la lettura è relazione! Bisogna far “passare” la meraviglia e lo stupore a chi si mette in ascolto.
Un buon lettore è, di solito, anche un buon ascoltatore di storie, di libri, o di racconti.
Non cerchiamo di imitare nessuno, dobbiamo solo cercare di esaltare il sapore di ciò che siamo noi. Magari prendiamo spunto da chi ci ha particolarmente colpito, ma rendiamo nostro ogni passaggio, solo allora saremo credibili.
6) La lettura è più coinvolgente per i piccoli, se corta, immediata, anche in rima o musicata. Cerco di non spiegare le storie prima, non le anticipo o non chiedo alla fine se hanno capito (casomai lo fanno loro). Non abbasso il contenuto, non lo personalizzo cambiando il finale o riducendo delle parti perché penso siano troppo impegnative. Durante la storia si possono togliere alcun parole o frasi convenzionali, soprattutto nei dialoghi (… e allora disse, … rispose, … e lui disse, … lei allora le rispose … ecc.)
7) Ogni incontro va preparato (per la scelta di alcuni libri, mi faccio consigliare, o dalla bibliotecaria/o o partecipo ai numerosi corsi di aggiornamento per i lettori del Progetto Crescere Leggendo). Alcuni argomenti necessitano di condivisione e quindi la scelta va meditata prima.
8) Ci sono libri (IRRINUNCIABILI) adatti per ogni fascia di età, ma con i bimbi e con i ragazzi non darò mai nulla di scontato… potrebbero stupirci oltremisura (…per fortuna!).
9) Restare in ascolto, cogliere l’attimo, lasciarsi stupire, accettare i cambiamenti che avvengono e non irrigidirsi, far diventare l’imprevisto uno stimolo prezioso.
10) Anche i luoghi diventano essenziali. Se la lettura viene fatta in uno spazio conosciuto, dobbiamo trovare il modo di ricreare un ambiente nuovo, dedicato (in classe per esempio, sposto i banchi). Sarebbe importante creare l’atmosfera.
Se il luogo è sconosciuto lo andiamo a conoscere assieme (in biblioteca farò vedere dove si trova la sezione ragazzi e dove sono posizionati i libri d’avventura, piuttosto che quelli di paura, ecc.).
11) Fateli appassionare alla vostra passione. Sarebbe importante arrivare a far appassionare i bambini non tanto al libro che si sta leggendo, ma alla passione che ci si mette per leggerlo; se assaporano, vedono, sentono, tastano, annusano, quanto amore ci mettiamo per fare una cosa, percepiranno l’ingrediente più importante: l’atto d’amore.
Infine, è davvero bello sapere che…
LO STESSO LIBRO LETTO DA ALTRI, PARE COMUNQUE UN LIBRO SEMPRE NUOVO.
– Monica Aguzzi –
Monica Aguzzi
Nasce a Pavia nel 1967. Nel 1994 inizia l’attività teatrale. Partecipa a spettacoli, anche con importanti registi italiani. Nel 2000 la sua attività si sposta in ambito educativo. Coordina doposcuola e progetti di aggregazione e integrazione per giovani e adulti. Nel 2001 inizia come lettrice volontaria nel Progetto NPL. Dal 2009 collabora con scuole e biblioteche come lettrice professionista. Tiene corsi di formazione per lettori volontari. Nel 2012 attiva la sezione teatro-ragazzi presso la Scuola di Musica “Città Di Codroipo”. Partecipa a progetti di Teatro e Musica nelle scuole primarie.