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LA VERA STORIA DEL LEONE GEDEONE

La vera storia del leone Gedeone
I. Porpora, S. Turk
Corrimano edizioni 2016

Un buon modo per limare la sofferenza delle proprie presunte mancanze spesso è fare il possibile per illuminare i propri punti di forza.
Ciò non sarebbe un problema se, tutti presi dall’affermazione del sé migliore che si pensa di saper reperire, non ci si scordasse che anche chi ci sta accanto ha peculiarità tutte sue e spesso più forti proprio laddove le nostre sono più latitanti. Cosi accade al simpatico leone, Gedeone, che ha un punto debole e trova nell’ostentazione di alcuni dei suoi restanti punti forti la migliore delle soluzioni al suo latitante senso di inadeguatezza.
Ma Gedeone oltre alla scarsa propensione al ruggito ha una scarsa, per non dire pressoché nulla, propensione all’osservazione, indi decide di sferrare l’ attacco alla sua mancanza boriandosi delle sue capacità con i suoi amici. Più e più volte.
Ma l’ amicizia si sa è potente laddove ci forgia ed al contempo ci investe della sincera preoccupazione (sebbene a volte stizzita) di prenderci cura dei nostri amici, così come una mano lava l’ altra così due amici divengono complementari nella loro crescita.
Ci penserà, capofila degli animali della savana e amici di Gedeone, l’elefante Giuseppone a tessere una trama tenera di insegnamento-reprimenda per ricondurre Gedeone alla coscienza delle sue capacità.
L’illustrazione di Stefan Turk ha un tratto immediato e sposta la tenerezza dall’occhio al montaggio testo/immagine, entrambe potrebbero vivere autonomamente ma verrebbero private dell’atmosfera di innocenza che di base conserva il modo animale davanti a quello umano; il colore, diversamente da moltissimi albi ambientati nella savana, non racconta sempre il sole ma sfiorando agilmente i toni più scuri, a volte addirittura la cupezza, permette di focalizzarsi sul particolare interiore, si sottolinea dunque e non si offusca.
Ivano Porpora, autore dalle mille risorse letterarie, crea un testo semplice capace di mostrarsi attraverso se stesso senza distrarsi in stranezze lessicali che potrebbero coprire il significante, insomma ogni cosa al suo posto con un dolce e imbarazzato umorismo come di chi cerca il suo di posto, questo il Gedeone che la trama ci restituisce.
Un libro che può fare il paio con “La cosa più importante” di A. Abbatiello (Fatatrac) per costituire un dittico sensibilizzante che cresce con il lettore, non “piccolo lettore” perché l’età non conta nell’ambito della coscienza e conoscenza rispetto a sé e rispetto all’altro.

Buona lettura! Manu libreria Meister & Co

EMOZIONARSI SI PUÒ, CON MIES VAN HOUT È SICURO!  

Capita che a volte si ami tanto un libro da volerne altri quasi uguali ma che allo stesso tempo amplifichino virtuosamente il primo letto, e capita coi bimbi (e se non è ancora successo abbiate pazienza, succederà!) che vogliano ascoltare la stessa storia ancora, e ancora, e ancora, e… allora? Allora ecco che ci aiuta ampiamente un’autrice che con i suoi albi viene incontro alla richiesta sia degli adulti di rituffarsi in un mare già noto che a quella dei bambini di ri-leggere lo stesso albo (con estrema furbizia!).

Direttamente dai Paesi Bassi Mies van Hout ci viene incontro sorridente e ci spinge a sorridere di cuore: su sfondo nero pece, pronto ad assorbire tutti i mezzi toni ed i semi colori, convoglia, con l’uso di disegni essenziali e colori vibranti, grandi emozioni difficili per un adulto da spiegare se non con complesse ed articolate parole.

Emozioni, L’amicizia è, L’amore è, superbo trio di titoli usciti per il piccolo ma qualitativamente impeccabile editore Lemniscaat, creano una prima biblioteca volta, attraverso il sentimento stesso, all’alfabetizzazione emotiva dei bambini e all’approfondimento emotivo dei grandi. Accanto a titoli, che hanno lungamente scarseggiato ma che da un po’ di tempo sono apparsi/ri apparsi sugli scaffali, quali ad esempio Il grande libro di Mattia. Le mie emozioni (Clavis) o Emozionario (Nord-Sud), che tuttavia approcciano l’argomento in maniera maggiorente didascalica, gli albi della van Hout arricchiscono il viaggio di conoscenza che ciascun piccolo lettore può e deve fare attraverso sé stesso, le sue insicurezze, i suoi angoli bui. Come grande parte della letteratura di qualità rivolta principalmente ai bambini questi albi non rispondono, ma suggeriscono, ammiccano, lanciano i propri contenuti attraverso figure note, quali animali o buffi mostriciattoli, in cui ciascuno può rispecchiarsi lasciando la libertà di aggiungere o togliere particolari con la propria fantasia all’ambientazione che appunto resta neutra come uno sfondo completamente nero.
tretitoli

A dimostrazione che le emozioni sono strettamente legate alla nostra natura, e non all’indotto culturale, ciascuno troverà nella scarna semplicità di questi albi la possibilità di leggervi la grandezza dei sentimenti scandagliandoli, tuffandovisi o accrescendone la conoscenza della complessità. Fondo nero, disegno coloratissimo, indicazione del che cosa: questi i tre mattoni costitutivi di albi ridotti linguisticamente all’essenziale per permettere la libertà pulita da ogni sovrastruttura.

Lanciamo inoltre alcuni sassolini nello stagno della curiosità:

Sassolino 1) Buttate un occhio alle traduzioni dei titoli degli albi della van Hout nelle versioni inglesi, utile esercizio per percepire quanto di diverso possa comunicare uno stesso progetto editoriale variano anche solo “piccoli “particolari

Sassolino 2) Sarebbe interessante ricollegare la semplicità di questi albi alla diversissima semplicità della serie Ranocchio di Max Velthuijs, illustre connazionale della van Hout pubblicato in Italia da Bohem Press, laddove il tratto resta scarno, le emozioni sono al centro delle storie, ma la parola prende maggior peso (parlando di sassolini e stagni Ranocchio ci sta benissimo, no?)

Sassolino 3) Come prima cosa, subito dopo quelli della van Hout, non mancate di scoprire altri libri pubblicati da Lemniscaat in Italia, tra gli altri gli stupefacenti silent L’isola e La casa sull’albero di Tolman Marjie e Ronald e i poeticissimi albi di Piet Grobler Medico Me Di Cin e Solo un sorso ranocchio che con la traduzione di Roberto Piumini vi daranno un saggio dell’unione impeccabile di grafica e testo.

Buona lettura! Manu libreria Meister & Co

IO ASPETTO, Kite edizioni, un libro, una vita.

Partiamo da un punto: I libri per grandi parlano per i grandi, i libri per piccoli

Io aspetto, copertina

Io aspetto, copertina

parlano per i piccoli e per i grandi. Senza addentrarci in una discussione sulla qualità della qualità utile in un albo perché ciò sia possibile immaginiamoci come punto di partenza un albo che lo fa. Immaginato? Ecco, un bel due a uno per i libri per piccoli. Insomma sono indirettamente proporzionali a se stessi se mi si concede questa espressione, ed ecco allora un libro che rientra in questa categoria: Io aspetto, di Davide Calì e Serge Bloch (Kite)

Questo libercolo, di recente ripubblicato da Kite edizioni per i lettori italiani, se lo aveste sotto mano e aveste vissuto capireste senza ulteriori spiegazioni ma avendo solo vissuto (se leggete queste parole é indubbio lo stiate facendo) spendiamo alcune parole per raccontate le poche parole e le scarne immagini che lo compongono facendone un viaggio umanamente epico.
Il tratto grafico non distrae e non aggiunge nulla a ciò che si vede, non riempie spazio ma ne crea, permettendo a chi legge di aggiungere alla trama, lineare, la propria esperienza, sul passato in forma di ricordo, e sul futuro in forma di vago sogno.

Sappiamo da dove veniamo e dove ci stiamo dirigendo e un piccolo filo ci dona un esempio da fissare profondamente su quanto lasciare inciso in noi per andare avanti, per donarlo a chi ci è accanto, o se ci credete per farne buon uso in un nostro non meglio identificato futuro. Le parole si abbracciano al tratto e non danno nulla in più di quanto serve regalando al lettore alcune parole per guidare una vita, la sua. Un albo bi uso, per immaginare una vita, se ad ascoltarlo è un piccolo, per sottilinearla, se a leggerlo è un adulto. Leggerlo ad alta voce ad un adulto potrebbe essere un esperimento interessantissimo, siate però certi di donarlo ad un uomo forte, essere messi difronte ai ricordi, raccontare ricordi che si avrebbe voluto avere ma non si hanno, accarezzare quanto il dolore sia vicino e quanto lo sia anche la felicità, che pure si scorda troppo velocemente, non é facile, per nessuno. Leggerlo ad alta voce ad un bambino è al pari interessante per la possibilità di traghettarlo piano nella vita con la possibilità di attraccare rapidamente ai lidi della sicurezza se le domande sono troppe o spezzano anziché lastricare strade verso una maggiore auto comprensione e comprenzione del mondo.
La parola ha ancora un valore puro, per il suo senso, non è sporcata da sovrastrutture di uso quotidiano ripetuto, e l’immagine dice solo ciò che deve comunicare, senza sconti, senza orpelli, come un brevissimo Bildungsroman visivo.

La trama: si nasce, si vive, si morirà, tutto quello che c’è in mezzo é da scriversi e basta un piccolo filo rosso e la capacità di dare valore all’attesa, che non é, e non deve diventare, perdita di tempo.

Da ultimo parlare della morte ad un bambino. Chi scrive ritiene si debba ma lungi dal proporre un’idea personale come un dovere universale, si pensi al dovere di essere generosi che non può essere messo in discussione e queste pagine ci consentono dei esserlo, dare uno strumento per allontanare la solitudine nella perdita, per mostrare che le porte possono anche chiudersi ma che l’ importante e dare loro un senso cogliendone l’ importanza formativa.

Qui il collegamento alla pagina dell’editore http://www.kiteedizioni.it/ per conoscerlo meglio.

Buona lettura! Manu libreria Meister


P.s. Spero che queste parole vi abbiano aiutato a sentire una cosa che facciamo d’istinto ogni giorno ma che per questo scordiamo con facilità, vivere.